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MILANO
Sgombero all'alba
Ennesimo intervento nel campo nomadi di Musocco. Senza risolvere nulla
GIORGIO SALVETTI
MILANO
Ancora una volta. Ieri mattina, a Milano, polizia e carabinieri hanno sgomberato il campo rom abusivo di via Triboniano. Sono state abbattute una sessantina di baracche di lamiera costruite in questi mesi in una vera e propria discarica a cielo aperto, a fianco del campo «regolare» predisposto qualche anno fa dal comune lungo i muri del grande cimitero di Musocco. Si tratta dell'ennessimo sgombero in un'area tristemente famosa. In una zona che la giunta Albertini non ha mai voluto gestire diversamente: mai un piano sociale credibile, mai altra politica che quella della repressione. Gli agenti sono arrivati alle prime ore del mattino. Nel campo hanno trovato solo una decina di uomini e cinque donne incinte. Gli altri, circa 150 rom di orgine romena, non c'erano. Forse avevano intuito le intenzioni del comune e hanno fatto in tempo a spostarsi. Diversi invece erano al lavoro. Molti abitanti del campo fanno i muratori in nero, mentre le donne sono in strada fin dal mattino a chiedere l'elemosina. Dopo aver portato in questura i pochi stranieri presenti per le pratiche di espulsione, i poliziotti hanno lasciato il campo alle ruspe.
La zona di via Triboniano ha una lunga storia fatta di sgomberi, disperazione, trasferimenti e complicati tentativi di mediazione, senza che mai l'amministrazione della ricca Milano riuscisse a sistemare in modo decoroso poche centinaia di nomadi. Due anni fa il comune, dopo aver spostato i rom di orgine kosovara in un'altra zona della città, aveva predispoto in quella via un campo «regolare» proprio per i rom romeni. Da allora nell'area avrebbero dovuto vivere 250 persone, ma il campo è sempre stato sovraffolato. In spazi ristrettissimi infatti convivono oltre 300 rom lasciati in uno stato di estrema precarietà: pochi fatiscenti bagni per tutti e niente luce elettrica, nonostante le promesse del comune. Alla fine di marzo la giunta Albertini ha deciso per un capriccio di sospendere anche la convenzione con l'Opera Nomadi, l'associazione che tentava di rendere vivibile la situazione dei rom: «Avevamo solo mosso critiche costruttive durante una trasmissione televisiva», ricorda Maurizio Pagani dell'Opera Nomadi. E, come se non bastasse, da allora fuori dal campo comunale sono spuntate altre baracche, costruite abusivamente in una discarica. Per questo il comune ha deciso di fare ancora piazza pulita, abbattendo le baracche degli ultimi arrivati.
«Si tratta di un problema che il comune non ha mai saputo e voluto risolvere - spiega Pagani - talmente esplosivo e socialmente grave che ora non può più essere gestito neppure con la forza. Sono famiglie che non sanno dove andare, adesso saranno allo sbando per la città. E domani probabilmente spunteranno nuove baracche, in attesa del prossimo sgombero».
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