sezioni     prima   guerra   politica   societĄ   economia   cultura   visioni   sport   televisioni   articolo  
indice pagine     01   02   03   04   05   06   07   08   09   10   11   12   13   14   15   16   17   18  
il manifesto - 18 Aprile 2003 SOCIETĄ pagina 08
indice societĄ

pag.08

«Omicidio Giuliani, servono periti stranieri»
ALESSANDRO MANTOVANI
GENOVA
 
ROMA
Contadini no ogm
A. MAS.
ROMA
 
MILANO
Sgombero all'alba
GIORGIO SALVETTI
MILANO
 
ASILO
Chiude Woomera
 
TERRA TERRA
Palme da olio e veleno. Sulle operaie
MARINA FORTI
 
IN BREVE
Trovato nei rifiuti
 

pag.09

Fini droga il governo
ANGELO MASTRANDREA
ROMA
 
SARS
Pronti i test per il virus (made in Usa). In Cina contagio fuori controllo
NEW DELHI
 
 

taglio basso

MILANO
Sgombero all'alba
Ennesimo intervento nel campo nomadi di Musocco. Senza risolvere nulla
GIORGIO SALVETTI
MILANO
Ancora una volta. Ieri mattina, a Milano, polizia e carabinieri hanno sgomberato il campo rom abusivo di via Triboniano. Sono state abbattute una sessantina di baracche di lamiera costruite in questi mesi in una vera e propria discarica a cielo aperto, a fianco del campo «regolare» predisposto qualche anno fa dal comune lungo i muri del grande cimitero di Musocco. Si tratta dell'ennessimo sgombero in un'area tristemente famosa. In una zona che la giunta Albertini non ha mai voluto gestire diversamente: mai un piano sociale credibile, mai altra politica che quella della repressione. Gli agenti sono arrivati alle prime ore del mattino. Nel campo hanno trovato solo una decina di uomini e cinque donne incinte. Gli altri, circa 150 rom di orgine romena, non c'erano. Forse avevano intuito le intenzioni del comune e hanno fatto in tempo a spostarsi. Diversi invece erano al lavoro. Molti abitanti del campo fanno i muratori in nero, mentre le donne sono in strada fin dal mattino a chiedere l'elemosina. Dopo aver portato in questura i pochi stranieri presenti per le pratiche di espulsione, i poliziotti hanno lasciato il campo alle ruspe.

La zona di via Triboniano ha una lunga storia fatta di sgomberi, disperazione, trasferimenti e complicati tentativi di mediazione, senza che mai l'amministrazione della ricca Milano riuscisse a sistemare in modo decoroso poche centinaia di nomadi. Due anni fa il comune, dopo aver spostato i rom di orgine kosovara in un'altra zona della città, aveva predispoto in quella via un campo «regolare» proprio per i rom romeni. Da allora nell'area avrebbero dovuto vivere 250 persone, ma il campo è sempre stato sovraffolato. In spazi ristrettissimi infatti convivono oltre 300 rom lasciati in uno stato di estrema precarietà: pochi fatiscenti bagni per tutti e niente luce elettrica, nonostante le promesse del comune. Alla fine di marzo la giunta Albertini ha deciso per un capriccio di sospendere anche la convenzione con l'Opera Nomadi, l'associazione che tentava di rendere vivibile la situazione dei rom: «Avevamo solo mosso critiche costruttive durante una trasmissione televisiva», ricorda Maurizio Pagani dell'Opera Nomadi. E, come se non bastasse, da allora fuori dal campo comunale sono spuntate altre baracche, costruite abusivamente in una discarica. Per questo il comune ha deciso di fare ancora piazza pulita, abbattendo le baracche degli ultimi arrivati.

«Si tratta di un problema che il comune non ha mai saputo e voluto risolvere - spiega Pagani - talmente esplosivo e socialmente grave che ora non può più essere gestito neppure con la forza. Sono famiglie che non sanno dove andare, adesso saranno allo sbando per la città. E domani probabilmente spunteranno nuove baracche, in attesa del prossimo sgombero».




 
indice pagine     01   02   03   04   05   06   07   08   09   10   11   12   13   14   15   16   17   18  
  sezioni     prima   guerra   politica   societĄ   economia   cultura   visioni   sport   televisioni   articolo