il manifesto - 14 Dicembre 2002
Somala lasciata morire davanti all'ospedale
Una donna immigrata resta senza assistenza fuori dall'Ascalesi di Napoli per un giorno e due notti. Malasanità o razzismo?
FRANCESCA PILLA
E' rimasta due giorni seduta su una sedia nel cortile del pronto soccorso. Ferita al volto e dietro la nuca: ma all'ospedale Ascalesi di Napoli hanno pensato che bastasse solo medicarla e poi mandarla via. Hattan Kalif Hadan, una somala di 32 anni, aveva chiesto però, avevapregato, di essere ricoverata perché sapeva che c'era qualcosa di più grave di quelle ferite superficiali. Stava male e voleva aiuto. Ma sembra che nessuno abbia sentito il dovere di curarla e fare accertamenti. Alcuni medici dell'ambulatorio per gli immigrati, aperto all'interno del centro clinico, giovedì pomeriggio l'avevano vista accasciata sulla sedia e si erano interessati alle sue condizioni. Dopo un diverbio con il personale di turno, l'avevano portata dentro il pronto soccorso e avevano avuto assicurazioni per un ricovero. Invece solo la notte, quando Genet (come era chiamata da amici e conoscenti) ha iniziato a vomitare sangue, i medici si sono decisi a intervenire. Troppo tardi. La donna è morta alle due del mattino di venerdì scorso.

Ora sua sorella, che vive e lavora a Roma, ha presentato un esposto alla procura napoletana. Per oggi è prevista l'autopsia sul corpo, trasportato all'obitorio del cimitero di Poggioreale. Il caso è nelle mani della magistratura che farà un'inchiesta per accertare le eventuali responsabilità.

Rimane comunque la rabbia dei parenti e degli amici per dei comportamenti che non trovano giustificazione: non nel fatto che Genet avesse dato segni di squilibrio e di ubriachezza la sera dell'arrivo in ospedale; non nel fatto che spesso non si sentisse bene e si recasse al pronto soccorso. Per loro Genet è una vittima abbandonata due volte: quattro anni fa era stata rapita e violentata da 27 persone in una villetta nei pressi di Castellamare; il suo caso aveva fatto scalpore. Ma dopo i primi tempi era stata abbandonata a se stessa. Nessun servizio sociale si è mai attivato per sostenerla psicologicamente anche se lei, con i suoi problemi, spesso vagava da sola per le strade di Napoli e tutti nei vicoli del centro storico la conoscevano e le davano una mano. Resta da chiedersi perché sia accaduto: perché Genet era straniera e senza tutele?

La cosa chiara è che la sua voce non è stata ascoltata. E dopo le tante denunce delle associazioni per immigrati e della Lega antirazzista sulle piccole e grandi sopraffazioni nei confronti di cittadini stranieri negli ultimi tempi, soprattutto in campo sanitario, quel che è avvenuto ha il sapore di una tragedia annunciata. Per il Forum del diritto alla salute, che gestisce l'ambulatorio immigrati nel centro clinico dell'Ascalesi, questo è il segnale «dello stato di abbandono delle classi disagiate che sono frequente oggetto di indifferenza e noncuranza».

«Questo non è l'unico caso» - dicono infatti dal Forum. «Abbiamo già registrato gravi inadenpienze del sistema sanitario in altre Asl». E' di poche settimane la denuncia dell'associazione Cuneo rosso contro il centro sanitario di Afragola che si rifiutava di emettere l'Stp (stato di permanenza temporaneo) e quindi permette le cure sanitarie anche agli stranieri non in possesso del permesso di soggiorno. Mentre numerose sono le denunce di donne immigrate con problemi ginecologici rifiutate dagli ospedali pertinenti di zona. Inoltre questo grave episodio arriva proprio quando si stava avviando un dialogo con la direzione dell'Ascalesi, che aveva permesso l'apertura del centro per immigrati. Il Forum e le associazioni, comunque, chiedono chiarezza e lo faranno anche scendendo in piazza. La manifestazione della rete no global, infatti, già in programma a Napoli sabato prossimo per protestare contro la Bossi -Fini, sarà dedicata a Genet.