il manifesto - 11 Dicembre 2002
EUROPA
Razzismo e xenofobia in crescita
L'Osservatorio europeo sui fenomeni di razzismo e xenofobia di Vienna ha sfornato ieri il suo primo rapporto (si può trovare completo in francese, inglese e tedesco sul sito http://eumc.eu.int, in sintesi anche in italiano), incentrato sull'accesso al lavoro degli immigrati. L'Osservatorio, creato dopo i fatti dell'11 settembre per vegliare sul trattamento riservato alle minoranze, ha rilevato che esclusione e discriminazione la fanno da padrona nel mondo del lavoro comunitario, a parole aperto ed accessibile a tutti. «La discriminazione è forte in tutti i paesi dell'unione - assicura Bob Purkiss, presidente dell'Osservatorio - per lingua, formazione, ma anche per il semplice riconoscimento della formazione che diviene impossibile». Gli immigranti musulmani sono più discriminati di quelli di altre religioni, quelli che provengono dal Bangladesh hanno la sorte peggiore, chiaramente escludendo le donne, le ultime a poter accedere a un posto di lavoro. Estremamente preoccupante la situazione anche per gli immigrati di seconda, terza o quarta generazione, ormai perfettamente integrati linguisticamente, ma continuamente discriminati nella formazione e nell'accesso al lavoro. L'Osservatorio ammette che il suo lavoro non è per nulla facile soprattutto nel Sud Europa in cui mancano i sistemi di rilevamento, come limitatissimi sono ancora i casi di iniziativa giudiziaria per discriminazione razziale. Aumentano i migranti senza documentazione che lavorano in nero, un fenomeno in grande crescita soprattutto in Italia, Germania, Portogallo, Spagna e Grecia. Su tutti questi aspetti influiscono, fa capire Bob Purkiss, anche le nuove, ristrettive, politiche migratorie, con stoccate per la Bossi-Fini.