il manifesto - 01 Dicembre 2002
«Dopo la Bossi-Fini i centri vanno rivisti»
Parla Giulio Calvisi, responsabile immigrazione dei Ds: la loro funzione originaria è stata snaturata
CINZIA GUBBINI
ROMA
I Democratici di sinistra non hanno aderito alla manifestazione di Torino per la chiusura dei centri di permanenza temporanea e contro la legge sull'immigrazione Bossi-Fini. Tuttavia all'interno del partito iniziano a farsi sentire «mea culpa» sull'istituzione dei cpt, introdotti dalla legge sull'immigrazione varata dal governo di centrosinistra, la Turco-Napolitano. Ne parliamo con Giulio Calvisi, responsabile nazionale per l'immigrazione dei Ds.

Perché i Ds non hanno aderito alla manifestazione?

Trovo che la manifestazione sia più che legittima, ed esprimiamo soddisfazione per la buona riuscita del corteo. I punti di contatto ci sono: è stata una manifestazione per i diritti e contro la legge Bossi-Fini, parole d'ordine che ci trovano pienamente d'accordo. Non abbiamo aderito alla manifestazione perché i centri sono stati inseriti con la legge Turco-Napolitano, e crediamo sia necessaria un minimo di coerenza politica

Autocritica si può fare. Non c'è il rischio che, dopo cinque anni di sperimentazione fallimentare, la difesa dei cpt sia una posizione fine a se stessa?

Non è che difendiamo i centri tout court. Difendiamo l'idea del centro di permanenza per come fu introdotto all'interno della Turco-Napolitano: una terza via tra l'espulsione e il carcere. Un luogo in cui potesse essere accertata l'identità degli immigrati, ma anche un luogo in cui si potesse avere la possibilità di dimostrare la propria regolarità.

D'accordo, ma alla fine non è andata così. Alla luce della Bossi-Fini, e del clima europeo, non vi sembra ora di chiudere i centri?

Credo occorra fare una riflessione molto attenta sui centri alla luce della legge Bossi-Fini. Il trattenimento di 60 giorni, ad esempio, è palesemente anticostituzionale. E credo sia necessaria una riflessione su come potrà essere reinterpretata la loro natura secondo le logiche insite in questa legge, che prevedono in sostanza il carcere per sanzionare il reato di clandestinità. Insomma, io voglio confrontarmi sulla gestione dei centri tenendo conto delle nuove norme. Abbiamo già detto che, fra un anno, faremo un bilancio sulla Bossi-Fini. E su questo vorremmo discutere con il Social forum. Ma di certo non ci stiamo a una lettura che accomuni la Turco-Napolitano alla Bossi-Fini.

Non avete qualche autocritica da fare anche rispetto alla gestione dei cpt sotto il governo di centrosinistra?

Certo, per esempio il fatto che la Carta dei diritti dei trattenuti sia arrivata in ritardo, cioè dopo la tragedia del Vulpitta, e che sia stata formalizzata con una circolare. Abbiamo sbagliato: avrebbe dovuto essere una legge di stato, e infatti proporremo un disegno di legge che sancisca i diritti dei trattenuti. In questi anni, inoltre, abbiamo imparato che questi luoghi vanno vigilati costantemente. E i parlamentari Ds possono dare un grande aiuto in questo senso.