il manifesto - 28 Novembre 2002
Ucciso marocchino, rivolta ad Anversa
L'omicidio di un giovane arabo ha scatenato dalla notte di martedì scontri e tensioni ad Anversa, seconda città del Belgio. Poco prima delle 17 di martedì Mohamed Achrak, 27 enne professore di religione, veniva ammazzato da un vicino mentre rientrava a casa per il termine del Ramadan. Il vicino, un uomo di 66 anni con precedenti giudiziari e dalla psiche turbata - assicura la polizia - e conosciuto per l'attitudine razzista - confidano i vicini - si era appostato sul pianerottolo con una rivoltella per ammazzare il padre della vittima, ma finiva per colpire prima al petto e poi alla nuca Mohamed. La notizia si propagava rapida per le vie e la moschea del periferico quartiere di Borgerhout, mentre il dolore e la rabbia per l'aggressione razzista sfociavano in una manifestazione notturna a cui la polizia rispondeva sotto i precetti del prefetto e del sindaco: «tolleranza zero». Solamente il richiamo del padre della vittima, direttamente dalla moschea, riusciva a riportare la calma tra i 200 manifestanti e gli altrettanti poliziotti. Una calma di alcune ore, perché la scena si ripeteva ieri nel primo pomeriggio, prima che il tramonto - il Ramadan segna i tempi della comunità araba - svuotasse le vie di Borgerhout e del quartiere intitolato al generale Eisenhower. Ieri notte si contavano un poliziotto ferito ad una gamba e 40 arresti, di cui 3 giudiziari e 37 amministrativi (fermo di 12 ore), ma la situazione rimane esplosiva in attesa del giorno del dolore, i funerali previsti per domani pomeriggio. «Il fatto che l'omicida abbia turbe mentali è solamente una scusa per non parlare di razzismo - accusava un vicino di Mohamed - il problema è che mancano completamente dialogo e comunicazione tra le istituzioni e la comunità di immigrati». Una teoria che sta in piedi, almeno guardando alle reazioni del mondo politico. A partire dal sindaco, la socialista Leona Detiège, e passando per il ministro degli interni, il liberale Duquesne, la responsabilità dei disordini e delle tensioni ricade unicamente sulle spalle della Lea, la Lega araba europea. La Lea lanciava una settimana fa delle ronde per vegliare sull'operato della polizia, un'iniziativa di autodifesa che non piace per nulla al governo. (alberto d'argenzio)