il manifesto - 27 Novembre 2002
Centri di permanenza temporanea, scandalosi nuovi lager per i più infelici
Le carceri clandestine dell'Italia
Sabato a Torino una grande manifestazione nazionale contro i Cpt (Centri di permanenza temporanea) dove vengono rinchiusi fuori dagli sguardi i migranti irregolari in attesa di espulsione
EZIO VALLAROLO
TORINO
«Né qui, né altrove!». Questo lo slogan scelto dagli esponenti del Torino social forum per presentare la manifestazione nazionale che si terrà sabato prossimo nel capoluogo piemontese al fine di chiedere la chiusura dei centri di permanenza temporanea e protestare contro la legge Bossi-Fini. Un'iniziativa che nasce dalle riflessioni nate all'interno del Forum sociale europeo di Firenze e sviluppate dal Tavolo migranti. Al centro della contestazione vi sono i Cpt, nello specifico quello di corso Brunelleschi a Torino. «Siamo contro - spiegano gli esponenti subalpini del Tsf - questi centri che rappresentano una vera a propria vergogna per il nostro paese. Spesso l'unica colpa di chi vi è detenuto è quella di aver varcato dei confini per cercare una possibilità di vivere meglio. La nuova legge sull'immigrazione estende la permanenza da 30 a 60 giorni e per tutto questo periodo i migranti trattenuti sono privati di ogni diritto: dal vedere i propri parenti fino alla possibilità concreta di difendersi».

Uno scandalo che viene tenuto nascosto ai cittadini: i Cpt sono luoghi sottratti agli sguardi, protetti da mura che li rendono invisibili, difesi da militari armati e da alte reti di filo spinato. Si chiamano come le vie che li ospitano. A Torino, corso Brunelleschi. A Milano, via Corelli. A Roma, Ponte Galeria. A Bologna, via Mattei. A Trapani, Serraino Vulpitta. Ed altri ne stanno nascendo a Modena, Bari, Crotone.

Proprio per rendere visibili a tutti queste realtà una delegazione di circa 200 persone, definita dagli stessi organizzatori «di massa», entrerà all'interno del Cpt torinese per parlare con gli immigrati trattenuti e visitare la struttura. Suddivisi a gruppi di cinquanta, scelti tra i manifestanti torinesi ma soprattutto tra coloro che arriveranno dal resto d'Italia e d'Europa, questi cittadini potranno rendersi conto direttamente delle condizioni di vita all'interno del centro affidato alla Croce Rossa.

«Per noi - continuano gli organizzatori - il muro di corso Brunelleschi avrà lo stesso significato del muro di Berlino. Quando vi arriveremo davanti, lo abbiamo già concordato, lo trasformeremo in un grande murales di scritte e disegni per ricordare a tutti quello che rappresenta. Per quanto ci riguarda intendiamo proseguire anche a Torino il confronto iniziato a Firenze».

Le previsioni dicono che almeno 20 mila persone parteciperanno alla giornata di sabato, anche se alcuni non nascondo la speranza di superare quota 50 mila. Almeno tre treni speciali e centinaia di pullman sono attesi da tutta Italia. Arrivati a Torino i manifestanti, prima di convergere nel primo pomeriggio su piazza Sabotino da dove partirà il corteo, potranno accedere alle tre piazze tematiche allestite per l'occasione.

Come è già avvenuto a Firenze, la Cgil sarà al fianco degli organizzatori. Lo ha annunciato Maurizio Poletto, della segreteria torinese della Camera del lavoro. Anche i metalmeccanici della Fiom, come dichiarato dal segretario torinese Giorgio Airaudo, saranno presenti in forze. Tante le adesioni arrivate al Tsf da forze politiche e non: Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Verdi, la minoranza Ds con Aprile, i Giovani comunisti e Sinistra giovanile. Hanno aderito anche Arci, Unione degli studenti, Gruppo Abele, Giuristi democratici, Cobas, SinCobas e tante altre sigle del movimento No Global. Quella di sabato prossimo sarà anche una manifestazione creativa, grazie alla partecipazione degli attivisti olandesi e inglesi del gruppo Pink che accompagneranno il corteo con danze e canti come già fecero a Genova in occasione del G8. Molti artisti hanno inoltre assicurato la loro presenza: da Manu Chao, che prenderà parte al corteo, ai Subsonica, dagli Africa Unite ai 99 Posse.

Lunedì scorso un gruppo di parlamentari e politici locali, guidato dal Verde Paolo Cento, ha già visitato il centro di corso Brunelleschi. Ha stupito il fatto che solo una decina di immigrati siano attualmente presenti all'interno del Cpt, visto che fino ad alcune settimane fa erano oltre 50. Qualcuno potrebbe aver pensato di svuotare il centro in vista della «visita di massa» prevista per sabato prossimo.