il manifesto - 26 Novembre 2002
IMMIGRATI
Berna più xenofoba
Il no vince (forse) per pochi voti il referendum anti-asilo proposto dalla destra
Sconfitta trionfale Mai negli anni recenti una proposta anti-stranieri aveva avuto tanti voti (49,9%). Le camere dovranno presto tenerne conto

SERENA TINARI
BERNA
Per un pugno di voti, sarebbe stato respinto il referendum della destra che chiedeva di rendere più difficile la vita ai richiedenti asilo. Ma il condizionale è d'obbligo: la distanza fra i due schieramenti è talmente irrisoria, che bisognerà aspettare tutte le verifiche tecniche e burocratiche del caso, per proclamare il risultato definitivo. Secondo il governo federale, l'esito di domenica sera sarebbe da considerare «provvisorio per almeno quattro settimane», tempo necessario per ricevere gli originali delle schede e dei verbali, per ora trasmessi all'amministrazione centrale via fax e per telefono. Il No, d'altronde, avrebbe vinto con il 50,1 per cento, uno scarto pari a soli 3422 voti, su un totale di due milioni e 200mila persone che si sono recate alle urne. Ha votato il 45 per cento degli aventi diritto: un tasso minimo visto dall'Italia, ma che rientra nella media svizzera. Un referendum comunque storico: dal 1891, anno di introduzione di questo genere di scrutini, mai si era registrato un risultato così risicato per la maggioranza.

Il referendum è stato bocciato in numeri assoluti, ma ha ottenuto il consenso della maggior parte dei Cantoni, che si sono pronunciati a favore dell'iniziativa promossa dall'Udc «Contro gli abusi nel diritto d'asilo». Il quesito proponeva di rispedire a paesi terzi e senza condizioni tutti coloro che fossero transitati per un paese sicuro prima di arrivare in Svizzera e di diminuire le prestazioni sociali e le possibilità di lavoro per i richiedenti asilo.

Il voto è stato segnato da grandi differenze fra Svizzera orientale e occidentale: hanno votato a favore quasi tutti i cantoni tedeschi e contro quasi tutti quelli latini. È il cosiddetto Rostigraben, dal piatto tipico della Svizzera germanofila: una barriera invisibile che si manifesta di tanto in tanto nella vita politica della Confederazione. In particolare, hanno votato contro Gineva, il Giura, il Ticino; a favore Schwyz, Saint Gallen, Zurigo. Eccezione che conferma la regola, il No di Berna.

«La sconfitta trionfale dell'Udc» è il titolo a quattro colonne del quotidiano Le Temps: il partito della destra registra un notevole successo personale, che fa dichiarare al suo leader Christoph Blocher: «È un risultato sensazionale: avevamo contro le Chiese, il Governo, tutti i partiti. La gente ha dimostrato di sapere che siamo gli unici a difendere le loro idee in maniera coerente: ne raccoglieremo i frutti nelle elezioni federali del 2003». Un'analisi condivisa, loro malgrado, dagli altri partiti, che dichiarano sollievo per lo scampato pericolo, ma non si nascondono dietro troppe parole. Tutti i precedenti referendum sul diritto d'asilo erano stati d'altronde respinti con numeri ben più netti: un dato di novità che suscita preoccupazione e non fa ben sperare, in vista della nuova legge in materia che le Camere dovranno discutere nei prossimi mesi.

Esito senza condizioni, invece, per il referendum sulla cassa disoccupazione: il 56,1 per cento ha dato via libera alla proposta del Governo di ridurre le prestazioni a chi resta senza lavoro. Una sconfitta per i sindacati, che avevano chiesto di votare contro l'iniziativa: passeranno da 520 a 400 giorni le giornate massime di indennizzo riconosciute (escluso chi ha più di 55 anni, le donne incinte e gli invalidi), mentre il periodo di contribuzione minima passa da 6 a 12 mesi.