13 Marzo 2002
 
 
Marina, il giallo dell'elicottero in avaria
Bloccato sulla nave al momento dei soccorsi. Ma in volo pochi minuti prima e il giorno dopo. La procura di Agrigento indaga
ANDREA FABOZZI

Un elicottero misterioso. Appare e scompare nei resoconti del naufragio di Lampedusa. E' un elicottero AB 212 Augusta imbarcato sulla Cassiopea, il pattugliatore della Marina militare al centro dell'indagine della procura di Agrigento. E' stato quell'elicottero ad avvistare i naufraghi, nel pomeriggio di giovedì scorso, 7 marzo. Sicuramente in quel maledetto giorno si è alzato in volo almeno una volta. Non quella decisiva, però. Al momento del naufragio della zattera, quando gli immigrati lottavano per non affogare, l'elicottero è rimasto fermo sul ponte della nave militare. Bloccato da un'avaria. Un guasto clamorosamente intempestivo, ma non così grave. Il giorno dopo, quando la tragedia era ormai consumata, l'elicottero è tornato a volare. Per trasporare a Lampedusa i due naufraghi soccorsi dalla Cassiopea. A quel punto altri nove erano in salvo, grazie al peschereccio Elide. Tutti gli altri - 70, forse di più - erano scomparsi per sempre.
Se quell'elicottero si fosse alzato in volo al momento del naufragio, quando il pattugliatore della Marina era ormai a pochi metri dalla zattera dei disperati, "avrebbe sicuramente collaborato alle operazioni di soccorso, utilizzando funi, imbracature, salvagenti e quant'altro", ha dovuto ammettere ieri alla Camera il sottosegretario alla Difesa Bosi, mandato dal governo a riferire sull'incidente. Avrebbe potuto salvare qualcuno? Se lo sta chiedendo la procura di Agrigento, che indaga per omicidio colposo plurimo e omissione di soccorso. Il prossimo ad essere interrogato sarà il comandante della Cassiopea Otello Orsini. La procura non conferma la notizia secondo la quale ci sarebbero già alcuni iscritti al registro degli indagati. L'ufficiale dovrebbe essere sentito come persona informata dei fatti.
Ma sono ancora molti i punti da chiarire di quella convulsa giornata. A partire dall'inizio: chi ha individuato per primo la carretta a 78 miglia a sud est di Lampedusa? Il peschereccio Elide, come sostenuto dal suo comandante Vito Diodato, o l'elicottero della Marina, come annunciato dall'Ansa già nel pomeriggio del 7 marzo? Secondo il sottosegretario Bosi il motopeschereccio ha lanciato il segnale di emergenza alle 14,50. A quel punto la Cassiopea si trovava a 55 miglia dal punto, tre ore scarse di navigazione alla velocità massima del pattugliatore. Subito dopo è partito dalla nave l'elicottero, che ha raggiunto l'Elide e ha riferito che erano già in corso le manovre di traino. Un'altra anomalia: dal momento del contatto radio con l'Elide il comando delle operazioni era passato alla Marina, che dunque doveva essere al corrente della decisione. Alle 17,28 - secondo le informazioni fornite da Bosi - l'elicottero tornava sulla Cassiopea, alla quale occorrevano ancora due ore per giungere a circa un miglio dall'Elide. In totale cinque ore di navigazione per fare 55 miglia. Il mare era forte, ma non fortissimo: forza 4 si è detto in questi giorni, forza 3-4 ha corretto ieri il sottosegretario.
L'avaria dell'elicottero è senz'altro il punto più oscuro dell'intera vicenda. I magistrati vorranno conoscerne le cause. Il comandante della capitaneria di porto di Lampedusa, il tenente di vascello Miosi ha confermato ieri che il giorno dopo il naufragio quell'elicottero era perfettamente funzionante. Servì a trasferire sulla terra ferma i due naufraghi soccorsi dalla Cassiopea. Miosi ha detto anche di non aver sentito via radio parlare di un'avaria: "Ma a Lampedusa non arrivavano tutte le comunicazioni", ha precisato. La procura di Agrigento dovrà verificare le registrazioni radio, oltre al video girato dall'equipaggio dell'Elide.
Sotto osservazione anche il comportamento dei militari nei momenti successivi al naufragio: perché è stato impiegato, per poco più di un'ora, solo uno dei vascelli di salvataggio in dotazione alla Cassiopea? La domanda in fondo è una: è stato fatto tutto il possibile per soccorrere i naufraghi? Il governo ha già risposto di sì. Adesso dovrà pronunciarsi la magistratura.