20 Gennaio 2002
 
 
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Muore nel tunnel dell'Eurostar
20 anni, voleva entrare in Gran Bretagna: fulminato dai cavi elettrici
ANNA MARIA MERLO - PARIGI

Il giovane di una ventina di anni trovato nella notte tra venerdì e sabato fulminato sul tetto di un treno merci ha il triste primato di essere il primo morto del tunnel sotto la Manica del 2002. L'anno scorso sette persone avevano fatto la stessa fine, tentando di passare clandestinamente dalla Francia alla Gran Bretagna. L'identificazione del giovane deceduto era ancora in corso nella giornata di ieri.
Verso mezzanotte, della notte tra venerdi' e sabato, la polizia ha bloccato una cinquantina di immigrati, che erano partiti dal centro di accoglienza della Croce rossa di Sangatte, a due chilometri da Calais, per tentare di passare in Gran Bretagna attraverso il tunnel sotto la Manica. Ma un giovane è riuscito a sfuggire al controllo. "Quando il treno è ripartito, quest'uomo è salito sul vagone e, una volta arrivato sul tetto, ha toccato il cavo elettrico e si è ucciso. E' stato trovato morto nella zona merci delle ferrovie", spiega un ufficiale di polizia. L'Eurostar che seguiva è rimasto fermo per quattro ore.
Nella sola notte tra venerdì e sabato, la polizia ha fermato 120 persone vicino al tunnel. Il nuovo incidente ha riaperto le polemiche sul centro di Sangatte, mai sopite soprattutto dopo l'assalto avvenuto a Natale, quando 130 persone avevano cercato di salire clandestinamente su un treno (quattro di loro sono poi state condannate per direttissima a quattro mesi di carcere senza condizionale). Ieri, il sindaco di Sangatte, André Segard, ha chiesto di nuovo la chiusura del centro di accoglienza della Croce rossa. La frequenza degli incidenti ha già spinto la società Eurotunnel ad intraprendere un'azione giudiziaria contro Sangatte: il tribunale amministrativo di Lilla esaminerà la seconda richiesta di Eurotunnel il 1 febbraio prossimo, dopo che una prima sentenza era stata respinta dalla giustizia francese l'11 settembre scorso.
Il centro di Sangatte, aperto nel '99, ha ospitato temporaneamente più di 44mila rifugiati, principalmente afghani e curdi d'Irak. Tra le due comunità sono spesso scoppiate liti, legate alla presenza dei passeurs, in gran parte curdi, che taglieggiano i candidati al passaggio promettendo di indicare la via sicura per sbarcare in Gran Bretagna. Oggi, a Sangatte vivono circa 1500 persone.
Il centro sta diventando un argomento per la campagna elettorale delle presidenziali di primavera. Il governo Jospin ha deciso di non chiuderlo, per il momento. Ma la ministra degli affari sociali, Elisabeth Guigou, ha proposto l'apertura di un altro centro con le stesse funzioni, ma molto lontano dalla Manica. Difatti, Sangatte è anche diventato motivo di forte tensione tra Parigi e Londra. Tony Blair ne chiede la chiusura, ma Lionel Jospin ribatte che tocca alla Gran Bretagna rendere più severe le leggi sull'immigrazione per rendere meno attraente la patria inglese (dove chi chiede asilo ha il permsso di lavorare in attesa della decisione, cosa proibita in Francia, paese molto più parco della Gran Bretagna nel concedere l'asilo).

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