Muore nel tunnel dell'Eurostar
20 anni, voleva entrare in Gran Bretagna: fulminato dai
cavi elettrici
ANNA MARIA MERLO -
PARIGI
Il giovane di una ventina di anni trovato nella notte tra
venerdì e sabato fulminato sul tetto di un treno merci ha il
triste primato di essere il primo morto del tunnel sotto la
Manica del 2002. L'anno scorso sette persone avevano fatto la
stessa fine, tentando di passare clandestinamente dalla Francia
alla Gran Bretagna. L'identificazione del giovane deceduto era
ancora in corso nella giornata di ieri.
Verso mezzanotte, della notte tra venerdi' e sabato, la polizia
ha bloccato una cinquantina di immigrati, che erano partiti dal
centro di accoglienza della Croce rossa di Sangatte, a due
chilometri da Calais, per tentare di passare in Gran Bretagna
attraverso il tunnel sotto la Manica. Ma un giovane è riuscito a
sfuggire al controllo. "Quando il treno è ripartito, quest'uomo è
salito sul vagone e, una volta arrivato sul tetto, ha toccato il
cavo elettrico e si è ucciso. E' stato trovato morto nella zona
merci delle ferrovie", spiega un ufficiale di polizia. L'Eurostar
che seguiva è rimasto fermo per quattro ore.
Nella sola notte tra venerdì e sabato, la polizia ha fermato 120
persone vicino al tunnel. Il nuovo incidente ha riaperto le
polemiche sul centro di Sangatte, mai sopite soprattutto dopo
l'assalto avvenuto a Natale, quando 130 persone avevano cercato
di salire clandestinamente su un treno (quattro di loro sono poi
state condannate per direttissima a quattro mesi di carcere senza
condizionale). Ieri, il sindaco di Sangatte, André Segard, ha
chiesto di nuovo la chiusura del centro di accoglienza della
Croce rossa. La frequenza degli incidenti ha già spinto la
società Eurotunnel ad intraprendere un'azione giudiziaria contro
Sangatte: il tribunale amministrativo di Lilla esaminerà la
seconda richiesta di Eurotunnel il 1 febbraio prossimo, dopo che
una prima sentenza era stata respinta dalla giustizia francese
l'11 settembre scorso.
Il centro di Sangatte, aperto nel '99, ha ospitato
temporaneamente più di 44mila rifugiati, principalmente afghani e
curdi d'Irak. Tra le due comunità sono spesso scoppiate liti,
legate alla presenza dei passeurs, in gran parte curdi,
che taglieggiano i candidati al passaggio promettendo di indicare
la via sicura per sbarcare in Gran Bretagna. Oggi, a Sangatte
vivono circa 1500 persone.
Il centro sta diventando un argomento per la campagna elettorale
delle presidenziali di primavera. Il governo Jospin ha deciso di
non chiuderlo, per il momento. Ma la ministra degli affari
sociali, Elisabeth Guigou, ha proposto l'apertura di un altro
centro con le stesse funzioni, ma molto lontano dalla Manica.
Difatti, Sangatte è anche diventato motivo di forte tensione tra
Parigi e Londra. Tony Blair ne chiede la chiusura, ma Lionel
Jospin ribatte che tocca alla Gran Bretagna rendere più severe le
leggi sull'immigrazione per rendere meno attraente la patria
inglese (dove chi chiede asilo ha il permsso di lavorare in
attesa della decisione, cosa proibita in Francia, paese molto più
parco della Gran Bretagna nel concedere l'asilo).
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