22 Novembre 2001
 
 
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Maxi-rissa tra profughi
Francia, 200 kurdi e 300 afghani si scontrano nel campo di Sangatte: trenta feriti, due gravi
ANNA MARIA MERLO - PARIGI

Il centro di accoglienza per rifugiati della Croce Rossa di Sangatte, a due chilometri da Calais, fa di nuovo parlare di sé per un fatto tragico. Una mega-rissa è scoppiata martedì pomeriggio tra afghani e kurdi - le due comunità maggioritarie a Sangatte - e lo scontro si è prolungato per ore, fino alle 3 del mattino di ieri, quando la polizia è intervenuta facendo ricorso ai lacrimogeni. Il bilancio è di una trentina di feriti, tra cui due gravi.
La causa della rissa è assolutamente banale: un afghano ha bevuto dell'acqua direttamente dal rubinetto e questo sembra non essere piaciuto a un kurdo. Subito dopo, 300 afghani da una parte e 200 kurdi dall'altra si sono scontrati per ore, a colpi di lanci di pietre e di lotte corpo a corpo. La polizia è intervenuta per riportare la calma. I kurdi hanno passato la notte fuori dal campo della Croce rossa, riscaldandosi con un fuoco (in questi giorni nella regione di Lilla il termometro va sotto zero). Non è la prima volta che afghani e kurdi si battono a Sangatte. A settembre un rifugiato era stato ferito all'arma bianca al torace e a un braccio. Il 23 luglio scorso era scoppiata una rissa generale simile a quella di martedì, che si era conclusa con una quindicina di feriti.
Il governo francese ha allo studio l'apertura di centri alternativi a Sangatte, che accoglie in questi giorni 1.035 rifugiati, in maggioranza afghani e kurdi. Il campo è al centro di polemiche da tempo. Difatti, i clandestini che trovano ricovero presso la Croce rossa hanno un solo obiettivo: riuscire a passare la Manica per poter sbarcare in Gran Bretagna e chiedere qui asilo politico. Tra Francia e Gran Bretagna c'è tensione, proprio a causa di Sangatte. I francesi sostengono che la Gran Bretagna concede l'asilo politico con troppa facilità e ha fatto pressioni su Tony Blair perché irrigidisca la legge (il clima attuale di limitazione delle libertà dovuto alla guerra potrebbe esservi favorevole). La Gran Bretagna, dal canto suo, accusa la Francia di riunire i candidati all'asilo in una zona troppo "comoda", vicina a Calais e al tunnel sotto la Manica.
A Sangatte ogni notte si ripete sempre la stessa storia tragica. Gruppi di 20-30 persone tentano di passare, entrando nel tunnel, o salendo sui camion in attesa, oppure cercando di salire clandestinamente sull'Eurostar per Londra. Dall'inizio dell'anno ci sono già stati 4 morti, falciati dal treno o morti per scarica elettrica. Le ferrovie e i gestori del tunnel si sono barricati dietro chilometri di un alto filo spinato, una nuova versione speciale munita di lame da rasoio, che taglia le mani a chi tenta di scavalcarlo. La polizia controlla minuziosamente i camion, facendo uso di un detector di C02, che svela la presenza di fiato umano. Attorno al passaggio di Calais il clima ogni notte è spaventoso, tra controlli, cani poliziotto, fili spinati e poveri cristi che cercano una via d'uscita.
L'origine della tensione tra afghani e kurdi va ricercata proprio nei tentativi di passaggio in Gran Bretagna. Sono i kurdi, difatti, ad essere meglio organizzati e ad avere dei "passeurs" che però chiedono qualche centinaio di dollari per ogni tentativo di passaggio (senza, ovviamente, garantire la sicurezza del successo). Gli afghani, che arrivano senza soldi a Sangatte, poiché hanno già dovuto ingrassare le ruote di altri "passeurs", sono disperati. Ma tentare da soli, senza conoscere la situazione, significa fallire. Così, mese dopo mese la tensione tra le due comunità cresce e basta un niente per far scoppiare la rissa.

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